La Spigola
La pesca alla Spigola meriterebbe trattati enciclopedici. Insidiata con tutte le tecniche possibili ed immaginabili, insieme all’orata rimane una delle prede più insidiate e ricercate dai pesca sportivi.
Citazione da Wikipedia:
“Il nome branzino, tipico dell’Italia settentrionale, si suppone derivi dal veneto frongina caghina (chela)[3] o da branchie[4] (il pesce dalle branchie in vista). Il nome spigola, diffuso in Italia peninsulare e nelle isole, deriverebbe da “spiga” in riferimento alle punte dei raggi delle pinne dorsali[4].”
Com’è fatta? Descrizione
Corpo molto affusolato e compresso ai lati. Anche la testa è allungata e caratterizzata da una grande bocca che può allungarsi per ingoiare meglio le prede. Due le pinne dorsali, separate da uno spazio, la pinna caudale è formata da due lobi che le danno la caratteristica forma riconoscibile. Il colore è argenteo sui fianchi, bianco sul ventre mentre il dorso, anch’esso, argenteo può avere delle sfumatura bluastre, verdastre o dorate. Un pesce di una bellezza unica. La taglia massima certificata è di 103 cm, il peso può raggiungere i 12 kg! Qualche anno fà, ne fu pescato a Porticello (PA) un esemplare di 13,2 kg alla bilancia, purtroppo non fu certificato.
L’aspettaiva di vita della spigola può arrivera ai 30 anni, gregaria da piccina tende col tempo a diventare abbastanza solitaria.
Caccia soprattutto di notte, in qualsiasi spot costiero. Potete incontrarla veramente ovunque, anche sè, il suo abitat ideale è qualsiasi spot in grado di darle riparo sia per la tana sia per la caccia. Infatti, è abituata a cacciare appostandosi dietro qualche corpo sommerso e da li attaccare qualsiasi pesciolino le capiti a tiro. Con l’evenienza è capace di trasformarsi in grufolatore. Capace di scavare col muso il fondo sabbioso alla ricerca di anellidi, muscoli, o crostacei, ma, anche granchi, una delle sue prede preferite. All’alba ed al tramonto ama stazionare vicino le foci o all’interno di esse, luogo ideale per la caccia al cefalo, altra sue preda molto gradita.
Il periodo riproduttivo è quello invernale, le grosse femmine accostano alla ricerca dei maschi, di solito più piccoli. Le uova deposte sono pelagiche, cioè galleggiano a pelo d’acqua immerse in una sostanza oleosa per facilitarne il galleggiamento.



Denominazioni dialettali della Spigola
Regione che vai, nome che trovi.
Sicilia | Spigola, spinula, lupu di mare |
Sardegna | Arranassa |
Calabria Toscana | Ragno, spinula |
Romagna | Barbacane |
Lazio | Branzino, Spina |
Liguria | Luassu |
Puglia | Lupu |
Veneto | Branzin, varolo |
Campania | Marmolo, vucca janca |
Come pescare le Spigole?
La pesca alla spigola a fondo
Difficile pescarle con questa tecnica. La spigola entra in caccia solo in predeterminate condizioni di marea, orario, e ONDE!!!
Non è che a mare calmo in estate sparisca, è sempre lì. Sarà difficile invogliarla a meno di non prepararsi a pescare con delle esche vive. In queste situazioni sono da prediligere spot come foci o spiagge con fiumare. Li ama stazionare la spigola, ed al tramonto o all’alba, sempre in condizioni estive, potremo provare ad insidiarla innescando un bel cefalotto rigorosamente vivo! O un aguglia, ma vanno bene anche occhiate, sugarelli e mormorette.
E’ capitato che abboccassero anche a tranci flotterati, preparati per i serra, o ad anellidi come le arenicole ma, sono casi rari e fortuiti.
In inverno sarà più probabile la cattura, anche a mare calmo. Fermo restando che le condizioni ideali sono altre
Surfcasting: La pesca alla spigola
Insieme al Sarago, è la preda regina del surfcasting. Ama cacciare tra le onde, purché la corrente non sia eccessiva, o a ridosso di esse. Facile trovarla dopo l’ultimo frangente dove ama stazionare davanti lo sfocio dei canaloni. Li, in attesa di qualsiasi cosa le capiti a tiro. Durante la scaduta, quando le acque sono abbastanza torbide, allora è certo, sarà in caccia.
Come già detto, adora cacciare con la tecnica dell’agguato. L’acqua torbida a nasconderla, o qualche scoglio, saranno spot in cui la si dovrà ricercare. Quindi ben venga il mare in scaduta.
In queste condizioni, i nostri attrezzi dovranno essere capaci di lanciare piombi da 125g in su. I mulinelli, di grossa taglia, andranno imbobinati sapientemente. Per via delle alghe in molti preferiscono pescare con diametri sottili in bobina e SL conici per avere un nodo abbastanza piccolo onde evitarle. Personalmente, anche se un diametro più robusto in bobina subisce l’influenza del moto ondoso, nei rotanti ho sempre il 35. Una configurazione troppo leggera potrebbe portare a grossi problemi nel disincagliare un piombo inghiottito dal fondo e durante le fasi di scaduta è abbastanza comune una situazione con “fondo aperto”. Nei fissi monto il 30.
Il mio consiglio è sempre quello di evitare condizioni limiti e configurazioni da “garista”, se perdete una spigola, o qualsiasi altro pesce, con un amo in gola, e 10 metri di SL al seguito l’avrete condannata a morte certa!
Lo short rovesciato è di certo la montatura ideale per insidiare la spigola a surfcasting, ancora meglio se col bracciolo clippato ad esser certi di superare l’ultimo frangente durante le scadute. L’esca migliore sarà quella corposo e particolarmente odorosa, le sardine, le strisce di seppia, i calamaretti bianchi. In scaduta avanzata trovano impiego anche gli americani o i bibi.
La scelta dell’amo sarà accurata, dovrà essere più che generoso, fino al 4/0 e di tipo beack per i tranci, abeerdeen per bibi e americano.



Come pescare la spigola con la bolognese?
Durante una battuta di bolognese o di inglese, capiterà di insidiare la regina indiscussa di queste tecniche
La pesca alla spigola nei porti
Presenti tutto l’anno, le taglie apprezzabili le troverete subito dopo l’estate. Abituale frequentatrice dei porti, dove trova il suo abitat ideale, nascondigli da dove cacciare, ripari, prede di tutti i tipi, anche insospettabili.
L’esca principe rimane il bigattino. Il terminale sarà sempre di esigua misura, dallo 0,08 allo 0,12. L’amo sarà proporzionato all’innesco quindi dal 24 al 20, avrà filo sottile e curva ampia. I terminali, o calamenti, o spallinate saranno regolate in base alla corrente. Importante che l’esca lavori in prossimità del fondo e che ci arrivi in modo “morbido” una spallinata aperta in assenza di corrente, raccolta in basso se la corrente fosse sostenuta o comunque “fastidiosa”. Il galleggiante sarà molto affusolato in assenza di corrente e leggerissimo 1g di portata o meno, a pera o pera rovesci negli altri casi.
Le canne avranno azione di punta e progressive, la lunghezza proporzionata al fondo. I muli, taglia da 1000 a 3000 imbobinate con ottimi monofili. Ricordando che la misura del filo in bobina ci costringerà ad usare terminali di dimensione adeguata con massimo tre misure di differenza o quattro purché di qualità. Quindi con un 14 in bobina potremo rischiare fino ad uno 0,08 come terminale.
L’azione di pesca verrà preceduta da un abbondante pasturazione, solo così potremo fare in modo che il nostro innesco, posizionato all’interno della nuvola di pastura, sia degnato di un attacco.
Altra incredibile esca dal grosso potere catturante è il gamberetto foraneo vivo!
in questo caso si tenderà a far lavorare l’amo ad un adeguata altezza, non troppo vicino al fondo per non dare al gamberetto l’opportunità di appigliarsi. I diametri del terminale cresceranno essendo un esca molto selettiva e dedicata alle regine di taglia. Così come mulinello e relativo monofilo in bobina, saranno necessariamente più grossi di quelli che useremmo col bigattino. I galleggianti saranno da 5 grammi è più ma, leggermente starati per non affondare al nuoto del gamberetto che tenterà di guadagnare il fondo con inevitabile incaglio dell’amo.
Nel caso di abboccata, non abbiate fretta di ferrare, attendete che la spigola lo ingoi per intero. Spesso lo tratterrà in bocca prima di deglutirlo. Pesce tremendamente sospettoso!!!



La pesca alla spigola in scogliera
In scogliera il discorso si complica e non poco. Inutile andare col mare calmo e alta pressione. Attenderemo la bassa pressione, magari con qualche scroscio di pioggia. Se aggiungessimo un mare in scaduta, anche avanzata, le condizioni diventerebbero ideali.
La giusta spallinata non esiste!!!! O meglio, impossibile prevederla prima. Negli anni ho visto tantissimi pescatori arrivare in scogliera con le lenze già pronte, suggerite da professionisti del settore. Sbagliato!
Arrivati in scogliera, magari qualche ora prima del tramonto, dedicatevi a sondare ed esplorare lo spot. Profondità, correnti, zone con schiuma, onde di reflusso, etc.. Solo a quel punto potrete sapere quale sia la giusta spallinata e come realizzarla. Le spallinate preconfezionate, realizzate in casa con tanto di righello e calcolatrice accanto, vanno bene solo per posti che già conoscete ed in cui la vostra esperienza pregressa vi permetterà di sapere in anticipo cosa usare. Nel 95% dei casi ciò non sarà possibile!
La spallinata va scelta e realizzata a mare!
Vediamo come. Scegliendo il bigattino come esca, sappiamo che dovrà lavorare all’interno della nuvola di pastura. Cerchiamo di capire come tira la corrente e lanciamo i primi bigattini, magari aiutandoci con una fionda, per capire che direzione prenderanno. Una volta fatto ciò possiamo capire dove lanciarli per fare in modo che finiscano li sotto i nostri piedi. Se per una battuta in porto vi bastano 500 g di bigattini per pasturare in scogliera ne serviranno almeno il doppio. questo perché la corrente sarà molto più sostenuta disperdendoli ed anche le onde non giocheranno a vostro favore. Spesso sarà necessario pasturare li dove l’onda frange sullo scoglio per permetterci di avere una nuvoletta di bigattini nei pressi del nostro amo.
Sperando di aver capito dove pasturare, andiamo a considerare che terminale adottare. Anche in condizioni di scaduta cerco sempre di tenermi il più “lungo” possibile. I diametri saranno un po’ più sostenuti di quelli che siamo soliti usare in porto. Normalmente carico uno 0,18 per avere la possibilità di usare come terminale uno 0,14 o uno 0,12 mai al di sotto di essi. Scogli, prede più grandi, saraghi, salpe ed occhiate metteranno a dura prova la sua resistenza.
In scogliera, la spigola stazionerà nelle prossimità del fondo, qualsiasi anfratto le possa permettere un agguato sarà una delle nostre mire.
Scelto il diametro del terminale, ragioniamo sulla spallinata. In caso di corrente molto sostenuta essa va raccolta verso il basso, il più possibile, anche se ciò significasse una torpilla secca per vincere la corrente. In ogni caso il galleggiante sarà coinvolto nei moti della corrente e non possiamo farci nulla se non provare la trattenuta ma, un terminale fluttuante in balia della corrente, e quindi un innesco mobile e scarrocciante, e sicuramente meno sospetto di un amo piantato sul fondo, immobile.
Allungheremo la spallinata solo e se la corrente lo permetterà, altrimenti addio spigole, un bracciolo a mezz’acqua o spanciato a galla, difficilmente ci permetterà di raggiungerle, le nostre prede diverranno occhiate e boghe….
Altre esche utilizzabili sono il gamberetto vivo, pasturando a bigattini. Il coreano appuntato sull’amo e libero di muoversi, le alici a pezzetti, i granchi. Personalmente uso il bigattino nel 90% dei casi, nei restanti il gamberetto vivo. Non amo le altre esche ma, vi assicuro, che ho visto tirare spigole con qualsiasi cosa, anche col pane destinato ai cefali.
Naturalmente avremo modo di approfondire nei successivi articoli, questa è solo una presentazione di massima.
La pesca alla Spigola dalla spiaggia
Anche dalla spiaggia, in inverno, cercheremo delle condizioni meteo come quelle in scogliera.
Spiagge fonde con mare in scaduta è l’ideale, nelle spiagge a bassa energia potremo provare l’inglese ma personalmente trovo scomodo pescare a 30 metri da riva con galleggiante e pasturatore, ciò non toglie che possa essere redditizia.
La nostra montatura prevedrà l’uso di un galleggiante da al meno 3-4 grammi, una spallinata, che andrà scelta sempre in base alle condizioni meteomarine, che ci permetterà di poggiare il nostro terminale sulla sabbia del fondale. Lanceremo poco oltre il frangente che abbiamo a riva, aiutandoci con una fionda pastureremo in modo ché l’innesco lavori sempre all’interno della nuvola di bigattini. Essi, si adageranno al fondo, e li, spinti dalla corrente inizieranno a rotolare avanti ed indietro ed, al contempo, spostarsi nella direzione della corrente. Vi consiglio di lanciarne pochi, 5-6 andranno benissimo, ma con alta frequenza.
Altre valide esche sono la sardina, l’acciuga, il filetto di cefalo, gli anellidi e su tutti il sempre indomito coreano appena appuntato sull’amo, le vongole, i fasolari ed i granchi.
Pesca col vivo per la spigola
La pesca alla spigola, praticabile sempre e ovunque, in qualsiasi condimeteo ci permetta di restare in pesca, in ogni spot.
La pesca col vivo prevede l’utilizzo di diversi calamenti, a seconda del vento e delle onde, o dello spot.
La teleferica, una delle tecniche più diffuse, prevede l’utilizzo di attrezzi molto robusti e di mulinelli capaci di almeno 300m di 0,40. Lanceremo, senza Sl, il solo piombo. Al di sopra di esso due perline in gomma morbida ci serviranno per la battuta del bracciolo. Il braccio andrà aggiunto in un secondo momento, già innescato. Uno spezzo di monofilo dallo 0,35 in su (attenti ai serra onnipresenti) e due ami adeguati all’innesco, preferibilmente zerati. Quindi, una volta innescata l’esca, tramite un moschettone o altri sistemi studiati all’uopo, collegheremo il terminale alla lenza madre. Una volta poggiato il nostro pesce esca in acqua, tenderà a guadagnare il largo portandosi dietro il calamento.
Gli inneschi del vivo li vedremo in un successivo articolo.



La pesca col palloncino possiamo praticarla solo in caso di vento assente o con direzione dalle nostre spalle. Il pesce esca farà tutto da solo prendendo il largo. Se non abbastanza grosso da vincere, nuotando, la resistenza del filo il palloncino lo aiuterà trasportandolo in corrente o facendosi sospingere dal vento verso il largo. Molto semplice
Fantastico complimenti
Bell’articolo molto completo. Consigli qualche spiaggia nei dintorni di Palermo?
Wow, finalmente un sito siciliano, era ora!
Buongiorno Federico,
grazie.
Attendo il seguito!!!
grandi ragazzi, davvero un gran lavoro!
Grazie Luigi
Il mitico peppino alesi!!!!